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Ritieni di pagare troppe tasse e vorresti sapere come risparmiare?


Simone Vincenzi
Dottore Commercialista - Revisore Legale

L’elevata tassazione prevista dalle leggi italiane ci fa porre questo interrogativo? Pago le imposte che dovrei effettivamente pagare, oppure pago di più di quello che dovrei?

In tanti anni di esperienza ho imparato una cosa molto banale: ognuno di noi è portato a dare maggiore attenzione (e di conseguenza a considerare più credibili) alle risposte o alle soluzioni più convenienti o che ci creano meno problemi. Quindi credo a ciò che mi conviene.

Eccoci quindi pronti quindi a cogliere i suggerimenti più strampalati: “io scarico tutto ….”  “ il mio commercialista mi ha detto che si può scaricare questo e quest’altro ….” E quindi perché non farlo ? a loro non è successo niente e hanno risparmiato migliaia di Euro…..

L’Italia è il paese dei santi e dei navigatori, ma anche degli inventori! Si scatena la fantasia e si trovano mille strade per risparmiare le imposte. Ogni male può avere la sua cura…. Basta che funzioni. E’ così si arriva anche alla medicina alternativa dell’escapologia fiscale di questi ultimi anni …..

Si impongono però alcune riflessioni: Se passo con il rosso perché so che ci sono poche auto in circolazione, probabilmente mi andrà bene, però non è la cosa migliore da fare. Fare cose sbagliate confidando sul fatto che la percentuale delle aziende accertate è molto bassa e quindi ci sono discrete probabilità di farla franca non è la soluzione migliore.

Ogni buon imprenditore o professionista dovrebbe invece capire se sta pagando più imposte perché sta sbagliando qualcosa. Verificare la propria posizione fiscale e il proprio assetto societario.

Se ad esempio la forma giuridica adottata e la posizione fiscale e previdenziale di titolari e soci non è corretta può essere che la fiscalità complessiva sia anche di molto superiore a quella effettivamente dovuta; per non parlare degli aspetti previdenziali e di quello che potrà succedere quando si andrà in pensione o si venderà l’azienda. In quel momento esatto si avvererà il proverbio “tutti i nodi vengono al pettine”.

 

 

Ma è possibile risparmiare le imposte in modo corretto senza correre rischi?

Certamente si, a condizione di applicare le normative fiscali in modo corretto. Un qualche esempio:

E’ possibile vendere le quote della propria società pagando l’1,2% della plusvalenza semplicemente conferendo la partecipazione (è necessario che sia di maggioranza) in una nuova società. La cessione della partecipazione sarà esente al 95% (regime pex) e quindi il restante 5% verrà tassato al 24% = 1,2% di tassazione. L’incasso della vendita rimarrà in una società che potrà impiegarlo per altri investimenti e non sarà tassato finché non verrà distribuito ai soci. In tal caso verrà applicata una ritenuta di acconto definitiva del 26%. La disposizione è l’art. 177, comma 2 del TUIR.

Un altro esempio è la possibilità di togliere gli immobili dalla propria società per poterla vendere in seguito. In tal caso con una semplice operazione di scissione l’immobile potrà essere portato in una società immobiliare senza alcun costo; magari nella propria società di famiglia che potrà poi essere trasferita ai propri eredi.

Questi sono solamente due piccoli esempi delle tante opportunità che possono essere sfruttate per ridurre le imposte in modo consistente e lecito.

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Simone Vincenzi

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Dottore Commercialista - Revisore Legale

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